martedì 4 dicembre 2012


Corset training nuova disciplina che prevede l'uso quotidiano di un corsetto per ridurre il girovita. Disciplina pericolosa per l'organismo? Nuova forma di allenamento? Per capirne potenzialità e limiti o iniziato un interessante dialogo con una artista che per passione e studio usa proprio il suo corpo, ne fa tempio: Kyram


 Come ti sei avvicinata al corset training?
Mi occupò di body art e performance da diversi anni.
Recentemente ho iniziato una ricerca sui condizionamenti femminili relativi all'imposizione dei canoni estetici. Attraverso la pratica del corset training l'obiettivo è la riduzione della circonferenza della vita che si raggiunge con l'utilizzo costante e giornaliero del corsetto, uno strumento antico.
Ho creato anche un gruppo di riferimento italiano per gli appassionati di questa pratica.

Nell'affermazione di Pasolini: "Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere" in realtà c'è un errore sostanziale: il potere condiziona continuamente l'esistenza dei corpi. Ci impongono canoni stereotipati e i corpi non normativi sono stigmatizzati. Più un corpo somiglia a se stesso (freaks, transessuali) più è considerato pericoloso perché sfugge alle dinamiche di controllo. Un potere che ha tra l'altro preso pieno possesso del suo corpo, annientandolo: "Petrolio", il romanzo che uscì postumo, avrebbe potuto svelare la verità sull´omicidio Mattei....

Nel mio progetto "Making Peace With The Wind" ho avuto un atteggiamento profondamente critico relativamente al controllo sui corpi che questa società impone. .
Fino ai 15 anni mi sono sentita un mostro. Non sono stata una bella bambina.
Superata l'adolescenza, ho per un periodo lavorato come fotomodella e attrice: ecco il trionfo del corpo stereotipato, della dieta e dell'effimero.
Dopo 10 anni sono cambiata nuovamente e sono ingrassata. Rivivere l'esperienza della costruzione di un corpo vicino ai canoni imposti può all'apparenza sembrare un passo indietro rispetto alla consapevolezza di tali meschini meccanismi.
In realtà il recupero dello stereotipo (corpo tonico e palestrato, forma a clessidra ottenuta attraverso l'utilizzo di corsetti costrittivi) è vissuto ora non più come adattamento (possiamo essere tutto ciò che vogliamo, il corpo è del resto solo un involucro).

Anche nella pratica del corset training, ci sono posizioni controverse: conosciuta come l'utilizzo del corsetto per il modellamento del corpo allo scopo di ridurre la circonferenza della vita è stata in epoche passate dapprima per un certo periodo di uso comune e diffuso, successivamente riservata soprattutto ad un certo tipo di donna particolarmente voluttuosa e "moralmente discutibile". Mentre molti dichiarano che la moda vittoriana del corsetto per le donne fosse un mezzo di controllo in una società dominata dagli uomini, esistono prove anche del contrario.
In realtà, nel 19° secolo, in risposta ai timori di povertà e di degrado morale provocato dalla rivoluzione industriale del sovraffollamento delle città, si iniziò una campagna di indignazione per il corsetto - indicandolo come impuro e causa di "comportamenti impuri tra le donne".
In epoca vittoriana si diffuse la convinzione che indossare il corsetto provocasse iper-sessualità, masturbazione e omosessualità.
Quindi il corsetto non era più uno strumento per sedurre gli uomini, ma noi stesse e una minaccia di troppa autonomia sessuale e libertà.
Accusato contemporaneamente sia di essere l'ennesimo strumento di dominazione maschilista che di autonomia femminile è un interessante paradosso sociologico, che ben si sposa con questo capitolo terzo.
Eri seguita da un trainer?Hai seguito una dieta bilanciata abbinandola ad attività fisica, seguita da un nutrizionista? 
Un personal trainer mi sta seguendo per quanto riguarda gli esercizi fisici per il modellamento del mio corpo, accanto ad una dieta efficace ed equilibrata.
 Ogni disciplina fa bene se moderata quando si supera la linea di confine il limite?
Il limite é estremamente soggettivo.
Ciò che non è tabù per me potrebbe esser considerato abominio per qualcun altro. Parto dal presupposto che è importante superare le proprie barriere, le credenze che ci hanno imposto sin da piccoli. Anche per quanto riguarda il dolore.
 Nel tuo lavoro performativo che fai sul tuo corpo quanto è importante la salute? 
Amo così tanto il mio corpo al punto di desiderare di sperimentare tutti i suoi limiti.
 Cosa diresti alle adolescenti di oggi che vogliono approcciarsi a una modifica completa di se stessi ?  Brutto anatroccolo, cigno o tutto parte da sè?
"Il desiderio ossessivo di essere belle è una sconfitta, un disperato bisogno di accettazione, un adattamento ai feroci canoni imposti dalla moda, dalla società e dai media.
Trasformandomi in una bella donna avevo, in un certo senso, perso.
Ho iniettato della soluzione salina nel mio volto per deformarlo.
Ho scurito e rasato i capelli: ho ritrovato la bambina brutta.
Per le vie della città gli sguardi erano pieni di sgomento, disprezzo,altre volte sfuggenti.
Il mio, invece, fiero e colmo d'orgoglio.
Sono sempre io. Che fine ha fatto la bellezza?
Ho fatto pace col vento." (Kyrahm)
L’impossibilità di esistere se non attraverso la mediazione dello specchio è il grido di allarme dell’anima stritolata dalla moderna civiltà dell’immagine, che ci ingiunge di credere, fin da piccolissimi, in un unico dogma: se non appari, non esisti. L’immagine riflessa (dal tubo catodico, dalle riviste patinate, dai cavi a fibra ottica) è luce di verità sostanziale, e l’apparenza è più reale del vero; solo questa conta. Solo questa è degna di amore. (psicozoo.it)
Avendo sperimentato la duplice condizione di donna considerata bella- donna considerata non bella decido di essere contemporaneamente la Bella e la Bestia, cigno e anatroccolo.
"Il brutto anatroccolo diventa un meraviglioso cigno, ma il lettore adulto è autorizzato a leggere tale metamorfosi come una implacabile sconfitta." (Vincenzo Cerami)
"Si entra in crisi soprattutto quando ci si incastra nel vortice del relativismo. Che la bellezza sia soggettiva è un dato di fatto. Tuttavia chi ha sperimentato tale condizione vive i rimandi dello specchio sociale, come feedback di importanza vitale. " (Kyrahm)
La riappropriazione della bruttezza, vissuta ora non più come fardello imposto da subire passivamente, diviene uno strumento principe di osservazione del mondo con una totale estraniazione dalla società e dalle forme coatte che essa impone.



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