mercoledì 6 febbraio 2013

In opera: Turandot e l'incongruenza di Puccini

Sono una fruitrice e come tale scelgo le mie battaglie e passioni. la Turandot mi appassionò un anno fa per le due romanze di Liù personaggio secondario ma non meno importante. Innamorata di Calaf segue fedelmente sia lui che il padre Timur. Destino fatale vuole che a Pechino Calaf veda la bellissima principessa Turandot e se ne innamori all'istante; la principessa però nasconde in se una crudeltà senza pari derivata dal desiderio di vendicare l'infame fine di una sua antenata. Uccide per ciò tutti i pretendenti che non sanno sciogliere i suoi indovinelli (non li sposerebbe comunque poichè la cosa le arrecherebbe orrore al solo pensarla). Calaf scioglie i tre indovinelli, Turandot distrutta prega il re padre di non lasciarla in balia dello straniero. Calaf le da un'ultima possibilità; qual'ora indovinasse prima dell'alba il suo nome ella sarebbe libera e lui morirebbe. Turandot crudele costringe tutti a scoprire questo segreto e arriva a torturare Liù che pur di non dirlo si uccide alla fine della bellissima romanza. Qui l'incongruenza, storia vuole che Puccini non sapesse come terminare l'opera, ovvero come muovere Turandot a provare sentimenti. Come si svolge l'opera non giustifica un tal cambiamento di moti d'animo eppure ipotizziamo che il sacrificio di Liù di amore incondizionato e il coraggio dello straniero nello sfidare la sua stessa vita facciano leva su un'umanità ancora insita in lei. Lui le svelerà il nome ma lei lo risparmierà sbagliandolo pubblicamente "il suo nome è Amor"


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